sabato 13 dicembre 2008

Kranj: the last one..

Anche per quest'anno è stata la tappa di Kranj a chiudere il circuito di coppa Europa giovanile, e per me e qualche altro lo ha chiuso definitivamente..


Ma andiamo con ordine. La trasferta in sè forse non è stata tra le più brillanti per l'Italia, forse complice anche un pò di stanchezza di fine stagione, dei 15 azzurri presenti ne ritroviamo in finale solo 5: Rudi Moroder per la categoria male youth a che chiude 7°, il triestino Manuel Coretti per gli junior che finisce 9°, tra i ragnetti Stefano Ghisolfi e Martino Ischia che arrivano rispettivamente 3° e 10° e, unica ragazza, Andrea Prunster (youth b) che sale sul terzo gradino del podio.


Il vero successo della nostra squadra giovanile è il terzo posto nella CLASSIFICA GENERALE nella categoria youth b, rispettivamente male e female, di Stefano Ghisolfi e Andrea Prunster. Meritatissimo successo personale dei due atleti ma anche di tutta la squadra che, capitanata da Carlo Beltrame, ha ottenuto dei risultati davveri insperabili anche solo due anni fa.





Per quanto riguarda me personalmente questa è stata l'ultima gara giovanile. Inutile raccontare la mia delusione per aver mancato la finale di questo appuntamento. Quello che conta però è altro. Negli ultimi 4 anni ho partecipato a molte gare internazionali, circa 25, e ho accumulato un pò di esperienza sportiva ma anche umana, che mi ha fatto crescere come atlata e come persona e mi ha dato davvero tanto.
L'organizzazione italiana non è stata sempre impeccabile. La prima gara di coppa Europa a cui ho partecipato è stata Penne 2005, e nonostante fossimo "la squadra di casa" avevamo dovuto tagliare la maniche alla divisa da riposo per avere la canotta con cui arrampicare. A Imst l'anno dopo Irene era dovuta andare lei al technical meating perchè nessuno dei nostri accompagnatori sapeva l'inglese. L'anno successivo ancora, solo quattro persone e, grazie alla buona volontà di un genitore-accompagnatore, hanno potuto partecipare a tutte le gare circuito..
Insomma quella che ora può definirsi con orgoglio una squadra non è nata dal nulla, ci è voluto l'impegno, il lavoro, la buona volontà di tante persone tanto adesso quanto negli anni passati che si sono adoperati perchè l'Italia potesse avere un team che la rappresentesse anche in campo internazionale giovanile.
Credo che i successi ottenuti siano già una buona soddisfazione per le persone che hanno creduto in questo progetto. Ma la cosa che ho imparato in tutti questi anni è che se anche non tutta la squadra può arrivare sul podio o entare in finale, la cosa più importante è che ogni suo membro partecipi alle gare con motivazione e impegno, allenandosi seriamente a casa per riuscire a dare tutto nei 5 minuti in cui scala e per dare "il buon esempio" a quelli che rimangano a casa.
Ma soprattutto ho imparato che i legami e le amicizie che nascono in certi contesti sono speciali e avere il tifo dei propri compagn e dei propri amici davvero non ha prezzo.
Spero che questa squadra abbia in futuro l'appoggio che si merita da parte di TUTTI..

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